In 8mila allo stadio per il Taranto D'Addario: «Errore comprare la società»


Lo Iacovone riserva lo spettacolo di qualche anno fa
Il presidente: «Non lascio, ma qui non cresce nulla»

Enzo D’Addario
Enzo D’Addario
TARANTO — Ottomila e cento persone. Lo Jacovone di Taranto che si è vestito a festa per la notte del posticipo di lunedì scorso con la Cavese cala il suo dodicesimo uomo e non nasconde le ambizioni. Il secondo posto vale come un aggancio verso il futuro, proiettando la piazza rossoblu su nuove aspettative. Così, il contorno che riempie l’impianto della Salinella in questa seconda stagione solitaria di D’Addario presidente racconta di come questa squadra che naviga in quella che una volta era chiamata Serie C1, faccia più spettatori di alcuni campi e partite di A (Chievo-Catania, 7300; Lecce-Parma, 7900; Brescia-Palermo, 8000). E pazienza, che sia costretta a tirarsi dietro la solita carrettata di veleni di sempre, in ordine sparso: con il Comune (con il quale si rischia un contenzioso sul rifacimento del manto erboso, ieri c’è stata una fitta corrispondenza, con tanto di diffida da parte della società); con il giudice sportivo (novemila euro di multa per cori contro il ministro Maroni e la tessera del tifoso e i soliti fumogeni); con lo stesso presidente Enzo D’Addario, che mancava alla festa del posticipo valso alla squadra di Brucato il secondo posto alle spalle dell’Atletico Roma.
Un’assenza, quella del patron, che ha il sapore di un feeling che si va lacerando su molteplici livelli. Tanto che il presidente proprio ieri sera dal sito ufficiale della società ha lanciato il suo sfogo: «Non abbandonerò il Taranto Calcio perché non lascio mai le cose a metà. Ma diventarne presidente è stato sicuramente il mio più grande errore. Questa è una città nella quale non crescerà mai nulla. Il nostro impegno per dare lustro e risultati alla nostra società di calcio è stato immane. Ma anche l’ostacolo più piccolo diventa insormontabile. Non avevamo chiesto nulla, non chiediamo nulla, non chiederemo mai nulla, ma questo non va bene. Peccato, ci abbiamo provato con tutte le nostre energie». E questo, mentre il Taranto si prepara ad una sfida dal gusto e dal fascino superiore: la trasferta in casa del Pisa. Nonostante tutto questo ingredienti, però, il calcio tarantino riprende a tirare come un tempo. È in linea la curva ascendente di questa nuova stagione partita fra qualche mugugno e recuperata in pieno fino a questo momento. Così come la curva degli spettatori. Lo Jacovone prima di lunedì sera aveva fatto registrare 5658 spettatori con la Ternana; 4807 con il Gela; 4795 con l’Andria. Una media, per queste tre gare, che pone l’impianto ionico al secondo posto, proprio alle spalle di Pisa che con 17290 spettatori (sempre in tre gare) guida la classifica del ragg ruppamento intermini di pienone sugli spalti. Questa è Taranto, che non riesce a gioire neanche quando ne avrebbe la possibilità.