RIFORMA DEI CAMPIONATI IN LEGA PRO: LA PREOCCUPAZIONE E' AI LIVELLI DI GUARDIA


L’attesa verso la quale è rivolta la maggior attenzione, ma anche una grande, inevitabile, curiosità, si riferisce in questo periodo, alla ormai “chiacchieratissima” riforma dei campionati in Lega Pro, dai più ritenuta di imminente attuazione.
Nel giugno 2010, nel dettare le regole per l’iscrizione ai campionati di Lega Pro, furono introdotte dalla Federcalcio, improvvise e repentine, anche nuove disposizioni. Restrittive rispetto al recente passato, riguardavano l’organizzazione amministrativa ed il pagamento improrogabile, alle scadenze stabilite, delle retribuzioni ai propri tesserati e degli oneri riflessi. Tutte le società, con decorrenza immediata, avrebbero dovuto attenersi scrupolosamente a tali norme, onde evitare deferimenti e conseguenti sanzioni, sia pecuniarie che di punteggio in classifica, nel campionato in corso.
In particolare per gli stipendi, Irpef e contributi, fu imposto il pagamento tramite un conto bancario “dedicato”, appositamente acceso, che avrebbe certificato, nel corso dei periodici controlli Covisoc, il regolare rispetto degli adempimenti.
Una introduzione graduale del nuovo sistema sarebbe stata più opportuna, tale da concedere a tutte le società la possibilità di adeguarsi, in tempi relativamente brevi, nelle procedure e nei metodi. La crisi che attanaglia il mondo finanziario e che, inevitabilmente, coinvolge anche il pianeta calcio lo avrebbe, quantomeno, consigliato. Una riflessione in tal senso doveva essere opportuna.
La prova negativa, lampante, del crearsi di questa situazione, divenuta nel corso del campionato caotica, oggi è sotto gli occhi di tutti. Solo in Lega Pro sono state deferite prima e penalizzate poi, a vario titolo, trentuno società. Più di un terzo dell’organico.
La schiera, già lunga, è destinata ad implementarsi. I risultati dei controlli sono fermi, al momento, ai soli adempimenti previsti per i primi sei mesi della stagione in corso.
La scadenza più recente per le società di calcio, ma senza dubbio una delle più importanti, è quella recente del 31 marzo, data ultima per la presentazione all’ organo di controllo della Federcalcio della relazione semestrale, quella riguardante i primi mesi della gestione 2010/2011. La dichiarazione obbligatoria per tutte le società in base alla quale la Covisoc si esprime sulle condizioni di ammissibilità o meno, di ciascuno, al prossimo campionato.
La domanda, lecita, sorge spontanea, ma delle trentuno società sino ad oggi accertate in carenza, peraltro giustamente penalizzate dalla Commissione Disciplinare e di altre che dovessero risultare inadempienti per il periodo gennaio - aprile 2011, quante saranno in grado di regolarizzare la loro posizione, nel senso di ripristinare il loro parametro di indebitamenti e conseguentemente di ricapitalizzare il patrimonio.

Il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, all’inizio della corrente stagione sportiva, aveva dato mandato ai suoi vice di iniziare lo studio di un percorso che portasse alla riforma dei campionati, in primis quelli di Lega Pro. Oggi purtroppo tutto è ancora fermo o meglio, per quanto è dato sapere, nel limbo delle supposizioni.
La terza serie rappresenta un patrimonio, tecnico e sociale, che va preservato. All’ uopo basterà ricordare che, da sempre, è fucina di giovani promesse, in alcuni casi rivelazioni importanti nelle categorie superiori, anche per i colori della nostra rappresentativa nazionale. Recentemente Mario Macalli portava, giustamente, l’esempio di Parolo, il cesenate fresco esordiente in maglia azzurra, ma anche per il passato gli esempi da citare sarebbero innumerevoli.
La sensazione degli ultimi avvenimenti non sembra però dettata da una linea programmatica trasparente e ben definita. Nessun dirigente di società, a circa un mese dal termine dei campionati, ha facoltà di conoscere, almeno in via preliminare e di previsione, quali potrebbero essere, i futuri impegni finanziari che saranno introdotti e che dovranno essere assolti per accedere al diritto di iscriversi al prossimo torneo.
Ultimamente con frequenza sempre maggiore, ma senza molta cognizione, si usa parlare, di “fair play” finanziario da attuare, nel breve volgere di tempo, in tutte le categorie e di conseguenti nuove fideiussioni bancarie, da presentare a garanzia della solvibilità della propria azienda. Di cifre non se ne parla, spifferi di corridoio parlano però di importi ben superiori a quelli attuali.
Viene da chiedersi se tra le persone preposte ad un ipotetico progetto di ristrutturazione, ove lo stesso sia stato impostato, ci sia qualcuno informato sulle difficoltà, alle quali attualmente va incontro anche un soggetto affidabilissimo, per ottenere da un istituto di credito, una garanzia bancaria, rilasciata in favore di una società di calcio. Si badi bene, a prima richiesta, irrevocabile e senza diritto di surroga.
Dicevamo della riforma dei campionati, ma serve parlarne in tutto questo bailamme? La preoccupazione è a livello di guardia. Tante società, tra inadempienze del passato e impegni finanziari futuribili, potrebbero non avere neppure i titoli per potersi iscrivere.
La selezione, di questo passo, rischia già da ora di essere naturale e addirittura serpeggia il timore, neppure tanto remoto, che non si riesca, nell’immediato, a raggiungere nemmeno quel numero di sessanta, da più parti ventilato, che rappresentava un traguardo definitivo per un futuro neanche tanto prossimo.
La terza serie rappresenta un valore di base inestimabile che non va depauperato e per farlo serve la collaborazione di tutte le componenti, istituzionali e non. Accertato che i ricavi sono ridotti all’osso, vanno obbligatoriamente abbattuti i costi di gestione. Principalmente i compensi ai tesserati e la contribuzione.
Le diplomazie federali di Lega, delle Società e dell'Associazione calciatori si mettano al lavoro, i tempi a disposizione sono minimi, si sta già giocando in “extra time”.